La caduta del muro di Berlino, 9 Novembre 1989

Il 9 novembre del 1989 crollava il muro di Berlino, simbolo della ‘guerra fredda’ e della ‘cortina di ferro’ eretta al termine della seconda guerra mondiale.
Con questo breve articolo vogliamo ricordarne l’evento e raccogliere alcune importanti testimonianze.

Secondo quanto riferisce Viktor Suvorov, ex agente dei Servizi Segreti Militari dell’Unione Sovietica: “l’obiettivo del muro era: evitare che il popolo della Germania socialista potesse scappare nel mondo normale.
Il muro fu costantemente perfezionato e rinforzato, trasformato da un normale muro in un sistema insormontabile di ostacoli, trappole, segnali elaborati, bunker, torri di guardia, tetraedri anticarro e armi a sparo automatico che uccidevano i fuggitivi senza bisogno di intervento da parte delle guardie di confine.
Ma più lavoro, ingegnosità, denaro e acciaio i comunisti mettevano per migliorare il muro, più chiaro diventava un concetto: gli esseri umani possono essere mantenuti in una società comunista solo con costruzioni impenetrabili, filo spinato, cani e sparandogli alle spalle.
Il muro significava che il sistema che i comunisti avevano costruito non attraeva ma repelleva.”




Inoltre il Muro di Berlino veniva chiamato dai tedeschi del blocco sovietico Antifaschistischer Schutzwall, ossia: “muro di protezione antifascista”.
Questa in foto è una cartolina dell’epoca che riporta la stessa frase.


Il giornalista italiano, Indro Montanelli scriveva: “Ciò che distingueva le due Germanie è l’idea morale e giuridica dell’uomo che a Ovest è padrone di se stesso, e quindi può andaresene dove vuole: ad Est è proprietà dello Stato che ne regola i movimenti.
Per chi non ricorda questo, il Muro di Berlino era, oltre che barbaro, incomprensibile e irrazionale: mentre invece ha obbedito a una sua logica.
Nel momento in cui il bunker si affloscia e si sopravvive come mero ammasso di cemento ricordandoci un altro bunker, quello che fece da fossa di Hitler, il Muro va ricordato per ciò che è stato: non un’aberrazione del comunismo, ma una sua conseguente applicazione.
E se crolla così, nel silenzio assordante di un giornale-radio, è perché è crollata, prima, l’ideologia che lo aveva eretto”.


Il Presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan nel discorso tenuto alla porta di Brandeburgo diceva: “Accogliamo con favore il cambiamento e l’apertura, perché crediamo che la libertà e la sicurezza vadano insieme, che il progresso della libertà umana non può che rafforzare la causa di pace nel mondo.
C’è solo un’azione che i sovietici possono fare che sarebbe inconfondibile, che farebbe avanzare drammaticamente le cause delle libertà e della pace.
Segretario generale Gorbačëv, se cerca la pace, se cerca la prosperità per l’Unione Sovietica e per l’Europa orientale, se cerca liberalizzazione, venga qui a questa porta. Signor Gorbačëv apra questa porta. Signor Gorbačëv, Signor Gorbačëv, abbatta questo muro!
Mentre qualche attimo fa guardavo fuori dal Reichstag, la personificazione dell’unità tedesca, ho notato parole rozzamente dipinte a spray sul muro, magari da un giovane berlinese: <<Questo muro cadrà. Le convinzioni diventano realtà>>.

Sì, in tutta Europa, questo muro cadrà. Perché non può resistere alla fede; non può resistere alla verità. Il muro non può resistere alla libertà”.


Quella seguente, è una foto del 1989, fu scattata alla Porta di Brandeburgo, mentre i tedeschi dell’Est scappavano verso Ovest.
Per la prima volta in decenni, le persone non sarebbero state fucilate a vista per aver provato a lasciare l’utopia socialista.
Oltre 4.5 milioni di persone attraversarono il passaggio verso Berlino Ovest in meno di una settimana.
Questa foto mostra gli effettivi risultati del socialismo, che non è rose e fiori come i politici e gli intettuali vogliono farci credere.



Nel 2005 il Parlamento italiano ha istituito con una legge per questa data storica, il Giorno della Libertà: questa sancisce che “la Repubblica Italiana dichiara il 9 novembre Giorno della Libertà quale ricorrenza dell’abbattimento del Muro di Berlino, evento simbolo per la liberazione di Paesi oppressi e auspicio di democrazia per le popolazioni tuttora soggette al totalitarismo”.




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