I sindacati limitano il miglioramento dell’istruzione

Post ripreso dal sito dell’Istituto Liberale

La contrattazione collettiva del lavoro disincentiva la ricerca di eccellere del singolo lavoratore grazie al merito personale, in quanto essa è sacrificata in nome dell’uguaglianza e nella ricerca di benefici collettivi. Le tutele sempre maggiori che sono ottenute con la pressione dei sindacati, finiscono col rendere la categoria rappresentata una categoria privilegiata.

Questo riduce sempre più il legame tra la prestazione professionale offerta dall’insegnante ed il successo personale, legame alla base di un sistema meritocratico, poiché all’insegnante manca l’incentivo ad offrire un servizio migliore.
Chi fa le spese di questo meccanismo sono i “clienti” del sistema scolastico, cioè gli alunni. Invero, anche all’interno del corpo docente vi è malumore da parte di chi, non avendo stimoli ad offrire un servizio di qualità, tende nel tempo ad adeguarsi alla mediocrità.

Questo risultato appare abbastanza naturale, perché i sindacati vivono grazie al supporto ed al consenso dei loro tesserati, e non in base alla soddisfazione dei clienti delle persone da loro rappresentate.

Quindi, anche se tra gli obiettivi dichiarati dai sindacati ci sia la qualità dell’istruzione, la realtà è che il loro operato è rivolto ad aumentare vantaggi e garanzie ai docenti, riparandoli dalla concorrenza e dal merito individuale, finendo quindi col deteriorare la qualità dell’istruzione.

“I sindacati degli insegnanti proteggono i loro benefici e privilegi, non necessariamente migliorano l’istruzione scolastica.”
– Charles Krauthammer 

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